mercoledì 14 febbraio 2018

Mercoledì delle Ceneri !!

A livello di usanze e tradizioni più o meno popolari vanno segnalati anche numerosi Mercoledì delle ceneri trasgressivi, in cui tale giorno non viene inteso come il primo della quaresima ma come quello conclusivo del carnevale:e quest'anno diventa più romantico combaciando con il giorno di San Valentino, festa di Cupido!




Ecco alcune tradizioni ancora oggi usate il mercoledì delle ceneri nelle varie località italiane:

Ogni paese ha il suo modo di festeggiare la fine del Carnevale: il Carnevalone di Marino, nel Lazio, ad esempio, era una manifestazione di baldoria organizzata dai repubblicani locali a partire dal 1870 proprio il Giorno delle ceneri con intenti dichiaratamente anticlericali (venne soppresso nel 1922, con l'avvento del fascismo);

Il carnevale di Borgosesia, nel Piemonte, invece continua a festeggiare ancor oggi il Mèrcü scüròt (in lingua piemontese; letteralmente "Mercoledì scuro", nel senso di mogio, triste, tetro) con una sorta di funerale del carnevale stesso, che si celebra dopo la "fagiolata" di mezzogiorno allestendo un corteo "funebre" che tocca tutte le osterie della città e termina solo a notte inoltrata;

anche nel Lazise in provincia di Verona, ci si accontenta della frittura di aole (alborelle di lago) e di un minestrone "di magro" ma poi, concluse le votazioni iniziate il Martedì grasso e proclamati i nuovi Capo Valàr, Quel dal re e il Cagnól (tradizionali maschere locali), si forma il corteo mascherato che gira la città per portare i nuovi "re del carnevale" al riconoscimento ufficiale in municipio;

nella Barbagia di Ollolai nei pressi di Torino, il carnevale  prevede anche l'intinghinzu del Mercoledì delle ceneri, un'imbrattatura di fuliggine che ricalca il rito quaresimale;

 a Ovodda, in provincia di Nuoro nella bella Sardegna, si svolge una vera festa, il Mehuris de lessia (Mercoledì delle ceneri), con le maschere che cavalcano asini o portano al guinzaglio maiali, pecore e galline e Don Conte, un fantoccio grottesco con una grossa pancia fatta di stracci e il volto di sughero e cartapesta, con il suo seguito di intintos e intinghidores ("tinti" e "tintori") con il volto annerito dalla fuliggine che imbrattano di zinziveddu (polvere di sughero bruciato) chi incontrano per strada e, al tramonto, incendiano e gettano il fantoccio in una scarpata alla periferia del paese; analoga la festa pagana di Coli Coli nella vicina Tiana in cui gli “Intintos” partecipanti alla “festa” si ritrovano nelle vie principali con il viso tinto di carbone ricavato dalla bruciatura del sughero. Chiunque incontri “Intintos” viene a sua volta “intintu”e gli viene offerto da bere.

Alla della giornata viene trascinato in processione un pupazzo che poi in serata viene dato alle fiamme, in molti paesi chiamata "signoraccia" usanza che si svolge anche nelle feste patronali .



Mercoledì delle Ceneri, olio su canapa di Carl Spitzweg, 1855-1860 (Staatsgalerie di Stoccarda).


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